2. L'incontro
  

Il mio incontro con la musica delle houariyat ovvero le donne dell'Houara (gruppo etnico stanziato nel Marocco meridionale, tra Taroudant e Tiznit), è strettamente legato ad una ricerca sul campo con i Gnawa che ho iniziato nel 1977 (Baldassarre 1986, 1997, 1999; Taviani e Baldassarre 1997, Schuyler 1997).

Nell'estate 1992 a Tamesloht, un villaggio a pochi chilometri da Marrakech, dove ha luogo il pellegrinaggio annuale (moussem) al santuario del locale marabout, una delle donne che venivano da Casablanca, Rabi`a Rouham, aveva invitato un gruppo di houariyat per animare una piccola festa e scaldare l'ambiente prima dell'inizio del rituale notturno dei Gnawa. Nel tardo pomeriggio arrivarono da Marrakech cinque donne anziane, vestite in modo tradizionale; dopo le usuali formule di saluto furono fatte accomodare nel ryad, il cortile interno della casa, dove era stata preparata per loro una stuoia. Le donne si sedettero in circolo ed estrassero dalle loro sacche alcuni strumenti a percussione, ne saggiarono l'accordatura e iniziarono il lavoro. Lo "spettacolo" durò circa un'ora e mezza, intervallato da diverse pause durante le quali fu servito il classico tè alla menta con i pasticcini; tutti i presenti sembravano gradire l'intervento delle houariyat e molti accompagnavano la musica battendo le mani e danzando. Avevo con me un piccolo DAT e registrai alcuni degli ultimi brani; riascoltando la registrazione e cominciando a lavorare alla traduzione dei canti, rimasi molto colpito dal virtuosismo dei patterns poliritmici e dalla composizione dei testi che, con allusioni e doppi sensi, disegnavano quadri di vita popolare, commentati con arguzia e senso dello humour.

Alla fine del moussem, tornando a Marrakech, proposi a Rabi`a di organizzare un'altra festa animata dalle houariyat, che avrebbe dovuto aver luogo l'anno successivo, nel medesimo posto e nelle stesse circostanze: per sdebitarmi dell'ospitalità avrei offerto l'intrattenimento musicale, pagando le musiciste e il rinfresco per i presenti e, se le houariyat fossero state d'accordo, avrei registrato le loro canzoni con un'attrezzatura professionale, per produrre eventualmente un CD. Rabi`a accettò di buon grado e prima di rientrare a Casablanca mi mise in contatto con la persona che le aveva procurato il gruppo di houariyat, una donna che esercitava il mestiere di nagafa, cioè un'organizzatrice professionista delle feste di matrimonio. Rabi`a raccomandò alla nagafa di cercare il miglior gruppo di houariyat che fosse disponibile a Marrakech e dintorni e ci demmo appuntamento all'anno successivo.

Nel settembre 1993 tornai a Tamesloht per partecipare al moussem dei Gnawa e nel giorno concordato, domenica 12, arrivò da Marrakech un gruppo di sei houariyat. Sembravano più giovani di quelle dell'anno precedente e notai che quattro di loro indossavano delle tuniche simili, una specie di tenuta da lavoro comune. Prima che cominciassero a suonare spiegai loro quali erano le mie intenzioni e pattuimmo il compenso per la prestazione; nel corso della festa, grazie alla loro abilità professionale, le musiciste racimolarono anche il ghorama, le offerte spontanee dei presenti. Le houariyat rimasero con noi circa due ore, suonando per poco più di un'ora.

  Registrando "Poèmes d'Amour"

Al termine del lavoro mi offrii di riaccompagnare le sei donne a Marrakech: le quattro che indossavano i costumi simili salirono in macchina con me, le altre due salirono sull'auto di un amico marocchino. Durante il breve tragitto, quasi per gioco, scegliemmo insieme un nome da dare al gruppo, nel caso che la loro musica avesse riscosso un interesse all'estero: B'net Houariyat (le figlie dell'Houara) fu approvato all'unanimità. Qualche mese dopo, a Parigi, veniva pubblicato il primo CD delle B'net Houariyat (2)

La copertina del primo CD


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