6. Mediterraneo e sovversione

AUn terzo e più recente uso del significante Mediterraneo nel discorso musicale israeliano si è avuto negli anni ottanta, quando la musiqa yam tikhonit (musica mediterranea), o più precisamente musiqa yisraelit yam tikhonit (musica mediterranea israeliana), divenne l'aggettivo alternativo per questo genere di musica tradizionale, che fino a quel momento era chiamata musiqa mizrahit ("musica orientale", vedi Horowitz 1994). L'evoluzione delle etichette usate per designare questo genere di musica rivela un mutato atteggiamento da parte degli autori e dei consumatori: gli ebrei mizrahi ("orientali"). Negli anni ottanta, con l'introduzione del termine musiqa yam tikhonit si intendeva distinguere la musiqa mizrahit dalle altre musiche non europee, in particolare dalla musica araba. Adottando questa strategia, sia i creatori che i consumatori di musiqa mizrahit confusi con gli arabi, cui essi somigliavano riguardo al gusto musicale e ad altri aspetti della cultura. Questa distinzione consentì allamusiqa mizrahit di porsi legittimamente come autentica musica israeliana.

Musika mizrahit è un genere unico e complesso nell'ambito della musica tradizionale di Israele, la cui definizione è squisitamente elusiva (2). Nelle sue fasi iniziali, la musiqa mizrahit non era specificamente israeliana, ma si trattava prevalentemente di cover di musica tradizionale greca, araba o turca di importazione, adattata da registrazioni, cassette o esecuzioni radiofoniche, che venivano "israelianizzate" sostituendo testi in ebraico ai testi originali. Fra questi stili musicali importati rivestono particolare importanza le canzoni eseguite da cantanti greci, che si esibivano o si erano stabiliti in Israele, come Aris San, e le suadenti ballate mediterranee di stile sanremese.

Negli anni settanta e ottanta, la musika mizrahit potrebbe essere inoltre definita a partire dal pubblico dei suoi ascoltatori, in prevalenza ebrei di origine nordafricana e mediorientale appartenenti alla classe operaia (detti 'edot ha-mizrah, "le comunità orientali"). Rifiutando l'etichetta di 'edot ha-mizrah questi ebrei consolidavano un senso di identità pan-etnica detto mizrahiyut. L'ascesa al potere del partito di destra del Likud nel 1977, dovuta soprattutto ai voti della classe operaia degli orientali, che per la prima volta dalla loro immigrazione di massa degli anni cinquanta rafforzò politicamente gli ebrei mizrahi è talora percepita come causa principale dell'accresciuta attenzione del pubblico verso la musiqa mizrahit. La sensazione di essere "essi stessi" a governare il paese diede agli ebrei mizrahi un senso di maggiore legittimazione, che consentì loro di esprimere la propria etnicità senza mettere in dubbio il proprio status di israeliani. Fu in questo contesto politico e sociale della fine degli anni settanta che l'originale e autentica musiqa mizrahit emerse completamente sulla scena pubblica.

Hanale hitbalbela
cantata da Rami Danokh con Lehaqat tzliley ha-'ud [The Sounds of the ‘Ud Ensemble], 1975 circa. Si tratta di uno dei primi hit di musiqa mizrahit, La canzone è paradossalmente una cover mizrahi di una canzone ebraica degli anni trenta composta da Natan Alterman, adattata a una melodia strumentale dell'Europa dell'est.
(mp3 file, 701 kb, 1.40 min)

Negli anni ottanta, le canzoni originali di stile mizrahi più specificamente israeliano iniziarono a superare quantitativamente le cover di canzoni straniere. La musica mediterranea divenne sostanzialmente musica pop occidentale con caratteristiche peculiari: tipo di emissione vocale (in particolare delle cantanti ebree yemenite), uso di strumenti particolari (soprattutto il buzuki), uso spropositato del modo frigio, passaggi in ritmo libero (indicati di solito col termine arabo muwwal). Il sound che la musika mizrahit aveva acquisito era fluttuante, e richiamava a tratti l' arabesk turco, la laika greca, versioni rock di melodie tradizionali yemenite e di ballate di stile sanremese.

Negli anni novanta, la fusione di musiqa mizrahit con diverse forme di rock e di musica pop tradizionale catturò l'attenzione nazionale. La Musiqa mizrahit, sia quella totalmente di importazione che quella di autori israeliani, divenne musica israeliana e non etnica.

I due principali temi sociali legati alla musika mizrahit sono la sua discriminazione dai media istituzionali israeliani e l'aspirazione a diventare rappresentazione di autentica israelianità, non solo di israelianità mizrahi. Gli artisti e i produttori di musica mizrahit si sentivano rifiutati dall'establishment, in particolare dai media di stato. Questo rifiuto era percepito come delegittimazione della musiqa mizrahit quale autentica forma di musica pop israeliana. I programmi radiofonici dedicati alla musika mizrahit, che i produttori stessi consideravano come "ghetti" (termine che nel discorso israeliano è di per sé carico di chiare connotazioni violentemente discriminatorie) avevano titoli come Me'orav yam tikhoni (Mix Mediterraneo).

La nuova identità mediterranea della musika mizrahit sembra reagire a questa sensazione di discriminazione. Si può comprendere al meglio questa trasformazione della musica da "orientale" a "mediterranea" analizzando la diffusione pubblica della "aneddotica della discriminazione" che si era diffusa fra compositori, esecutori e produttori mizrahi. Per esempio, la discriminazione divenne il tema di una feroce campagna iniziata da Avihu Medina, uno dei più influenti compositori, nonché interpreti, di questo stile (scrisse più di 400 canzoni). Per confortare la sua tesi che la musica mediterranea è "la" musica israeliana, Medina enfatizzò quattro idee fondamentali: 1) vi è una cospirazione degli addetti alla programmazione delle reti radiofoniche e televisive contro la musiqa mizrahit per discriminarla; 2) questa cospirazione risale al periodo in cui israelianità equivaleva a cultura occidentale, e quest'epoca è passata; 3) prima dell'inizio della sua campagna pubblica, gli artisti di musiqa mizrahit non protestavano, poiché erano stati educati in regimi totalitari, e non avevano esperienza di democrazia; 4) non vi è più un potere in grado di arrestare l'integrazione culturale di Israele in Medio Oriente, e questa integrazione comporta l'adozione di una cultura orientalizzata: "Ognuno qui diventerà mediorientale. Stiamo andando in questa direzione, e chi non se ne accorge è cieco". A conclusione della sua analisi egli afferma che la musiqa mizrahit è l'unica autentica musica israeliana, poiché costituisce "una sintesi di oriente e occidente". I media elettronici dovrebbero pertanto concedere spazi di programmazione adeguati al suo status.

La lotta dei curatori di programmi musicali contro la zemer mizrahi (canzone orientale) riflette la loro paura nei confronti di quest'ultima. Essi sanno che nel momento in cui concederanno a questa musica il diritto alla diffusione, non ci sarà più spazio per le loro cose… Perché la nostra musica è la musica di Eretz Israeli… I media non organizzano più il consenso. Sono i media dell'establishment… Non riflettono la realtà… Creano ghetti in cui trasmettere la loro musica… Secondo la mia opinione gli addetti alla programmazione e i disk jockey di queste reti dovrebbero essere defenestrati… Hanno tradito la fiducia del pubblico. (Shimon Ifargan, 50 shanah le-Medina (50 anni per Medina) Kol ha-darom, 28/8/1998)

La campagna contro la presunta discriminazione operata dai media portò fra l'altro alla fondazione di "Azyt", un'organizzazione no-profit volta a sostenere gli interessi della musiqa mizrahit. . Fin dalla sua nascita, questa organizzazione adottò il significante mediterraneo come biglietto da visita: "Azyt" è un acronimo ebraico che sta per Amutat ha-zemer ha-yam tikhoni, "Associazione per la canzone mediterranea".


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