1.2  La settimana santa - La polivocalità
 

Nei giorni della Settimana santa abbiamo modo di venire a contatto con uno dei pochi repertori di canto tradizionale a più voci ancora in uso nella quasi totalità del territorio siciliano. Mi riferisco al repertorio liturgico o para-liturgico  che, come vedremo più avanti, presenta peculiari caratteristiche non riscontrabili invece nel repertorio profano.

Il repertorio di canto a più voci che ha nei riti della Settimana santa il suo momento d’elezione, è eseguito quasi esclusivamente  da gruppi maschili, discendenti da confraternite laicali o associazioni di mestiere. La sua peculiarità musicale è quella di essere costituito da brani la cui struttura è detta “ad accordo”. Essa prevede la presenza di uno o più solisti che svolgono una autonoma linea melodica e di un coro che accompagna tale linea melodica con una successione di accordi.  All'interno di questo repertorio possiamo operare una ulteriore differenziazione:

Caltanissetta, giovedì santo 2004

- canti solistici, con accompagnamento ad "accordo" (ai quali appartengono anche quei canti in cui due o tre voci solistiche si alternano all'esecuzione);

- canti bivocali, con accompagnamento ad "accordo", in cui le voci soliste svolgono parallelamente la linea melodica.

Questi canti, legati  ai  vistosi contesti rituali processionali o liturgici e tramandatisi tramite la "professionalizzazione" degli esecutori, sono ascrivibili  a modelli secenteschi, anche se "gli elementi che confluiscono a disegnare il repertorio, lo stile, la pratica esecutiva, l'atteggiamento degli esecutori e i modi di fruizione della comunità operano fra loro in modo sostanzialmente conflittuale" (R. Leydi 1991: 182).

Barcellona Pozzo di Gotto, venerdì santo, anni '60

È frequentissima l'adozione di testi latini che, prima del Concilio Vaticano II, facevano parte della liturgia cattolica ufficiale; negli altri casi  invece riscontriamo testi in italiano o in siciliano che narrano episodi della Passione e morte di Cristo secondo il racconto  dei Vangeli apocrifi oppure testi che sono spesso  volgarizzazioni di testi latini (cfr. Giallombardo 1977; Macchiarella 1987, 1988, 1992, 1993; Sarica-Fugazzotto 1994, 1997, 2000).

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