3. Mediterraneanismo musicale in Israele: metodi, modelli e stili

I testi che tentano di definire il mediterraneismo musicale in Israele partono da tre punti di vista differenti. Nel primo caso l'attenzione è focalizzata sul mediterreanismo musicale inteso come amalgama di tratti, quali le scale, i modi, i ritmi, le strutture, gli strumenti musicali ecc. Secondo questo metodo è possibile dire che il mediterraneismo possiede un "sound" particolare. Un secondo approccio prende in considerazione i contesti specifici in cui viene eseguita musica dalle caratteristiche mediterranee, o di origine mediterranea, quali per esempio gli spazi, come nel caso della taverna greca ricostruita. Il programma televisivo della prima rete televisiva israeliana più seguito alla fine degli anni novanta, dedicato alla musica pop del Mediterraneo, era intitolato At the taverna. Infine, per musica mediterranea talvolta si intende tutta la musica fruita dal "pubblico mediterraneo di buon gusto", eufemismo che designa gli operai ebrei di origine nordafricana e mediorientale. Sebbene nei testi sul mediterraneismo musicale in Israele siano utilizzate combinazioni diverse di elementi tratti da queste tre metodologie, l'elenco dei tratti sembra essere il sistema adottato più di frequente.

Il mediterraneismo appare in periodi e contesti diversi della storia di Israele, in relazione a vari tipi di musica israeliana. Dato che sarebbe limitativo proporre una rigida tipologia che comprenda tutte le espressioni musicali del mediterraneismo nell'Israele moderno, suggerirei in questa sede tre modelli che possono essere d'aiuto nella contestualizzazione dei diversi stili musicali che sono frequentemente associati al significante "mediterraneo".

Per prima cosa vi è il "modello sintetico". In questo modello, il significante mediterraneo serve da soluzione ai paradossi est-ovest, in cui sono rimasti intrappolati gli inventori della musica israeliana moderna. Come abbiamo visto, questi paradossi sono stati oggetto di preoccupazione delle politiche culturali israeliane sioniste, almeno fin dalla sua nascita. Essendo sorto in seno alle élite urbane ebraiche dell'Europa centrale e orientale, il Sionismo guardava a est per trovare fonti alternative di identità culturale, che potessero mettere in discussione gli elementi consolidati della vita ebraica tradizionale in Europa. Il Mediterraneo, quale via di fuga dal paradosso est-ovest, venne utilizzato sia a livello interno, come processo interebraico di combinazione di elementi tratti da eredità culturali diverse, che a livello esterno, come compromesso fra la cultura israeliana dominante e le culture del Mediterraneo orientale circostanti. A livello superficiale, l'aspetto interno del mediterraneismo musicale di Israele era volto a riflettere l'aspirazione dell'establishment sionista (per il quale lo stato-nazione occidentale e la sua cultura erano l'ideale) a operare una sintesi fra le culture ebraiche dell'est e dell'ovest. Questo ideale era condensato in due slogan sionisti: "riunire gli esiliati" e il "melting pot". In realtà, il risultato di queste politiche culturali fu quello di dare una "colorazione" etnica a una cultura che rimaneva sostanzialmente occidentale. Il mediterraneismo rivolto all'esterno compie invece una sintesi fra la cultura israeliana di tipo occidentale e le civiltà circostanti non ebree. Estremizzando questo secondo aspetto è possibile sostenere che nel contesto israeliano il mediterraneismo può essere interpretato anche come forma obliqua, ancorché inconscia, di resistenza alla "MacDonaldizzazione" globale (Ritzer 2000).

La percezione dell'ebreo sefardita e orientale come ebreo "aborigeno" o "nobile" agli occhi degli ebrei europei è alla base del secondo modello, orientale, di mediterraneismo israeliano. In questo caso, il mediterraneismo è connesso all'uso della musica autentica dell'ebreo "altro", ossia dell'ebreo sefardita e orientale dal punto di vista dell'establishment eurocentrico del movimento sionista. A differenza del modello sincretico, che a livello superficiale aspirava all'amalgama fra eredità ebraiche di pari legittimità, l'approccio orientalista credeva ingenuamente nell'esistenza di un autentico ebreo "altro", la cui musica potesse servire da fondamento alla nuova cultura musicale israeliana. E' difficile negare l'influsso della cultura musicale sulla diffusione di questa concezione. L'esempio più vivido è l'opera monumentale del musicologo Abraham Zvi Idelsohn (che visse e lavorò in Palestina fra il 1908 e il 1921). Le sue pubblicazioni, in particolare i primi cinque volumi del suo Thesaurus of Oriental Jewish Melodies in dieci volumi, che sono dedicati alla musica liturgica degli ebrei "orientali", hanno contribuito all'idea che il patrimonio musicale delle comunità ebraiche non occidentali (in particolare di quella yemenita) fosse l'espressione più autentica della continuità ebraica in musica (si veda la trattazione di questo argomento in Bohlman 1993 e 2002:55 e seguenti). Questa è una delle ragioni della presenza di motivi o esecutori yemeniti in relazione a molti stili musicali israeliani classificati come mediterranei. L'incongruenza fra la posizione geografica dello Yemen e quella del Mare Mediterraneo è irrilevante, e dimostra ancora una volta che in Israele il significante "mediterraneo" non si riferisce a un'area geografica ben definita, ma piuttosto al più vago significato di "non europeo".

"Sovversione" è il tratto caratteristico del terzo e ultimo modello di mediterraneismo musicale in Israele. Questo termine è usato dagli ebrei provenienti dai paesi islamici, che emigrarono in massa in Israele soprattutto dopo il 1948, come etichetta per descrivere una mescolanza di elementi musicali arabi, turchi e greci, che offre un tipo di israelianità alternativa rispetto alla musica israeliana dominante di ispirazione occidentale. Questo modello è in contrasto col tentativo intellettuale di operare una sintesi fra est e ovest o di mettersi alla ricerca delle radici autentiche delle tradizioni musicali ebraiche che caratterizzano i primi due modelli. Il modello sovversivo è unico, in quanto si è originato dalle fila di altri sionismi, quale spontanea reazione ai processi sociali interni a Israele, anziché rappresentare un'iniziativa intellettuale organizzata.

Il mediterraneismo musicale in Israele è estremamente vario, pieno di sfumature, contraddizioni e combinazioni. Tuttavia possiamo enucleare tre principali stili distintivi di mediterraneismo musicale nel discorso musicale israeliano. Ognuno di questi stili è stato definito, sia dai propri creatori che dai critici, con il significante "mediterraneo". Esaminando brevemente questi stili vorremmo mostrare alcuni aspetti di questi tre modelli di mediterraneismo musicale ed evidenziare come sono stati affrontati.

TIl primo stile compare verso la fine degli anni quaranta nell'ambito della musica "d'arte" o "imparata" (Bressler 1985; Hirshberg 1995, capitolo 15, testi base su questo stile), e si pone come scuola "mediterranea" o "del mediterraneo orientale". Questo stile può essere interpretato come la principale espressione del modello sintetico, sebbene presenti anche aspetti del modello orientale. Poco dopo compare una forma di mediterraneismo che si rifà alle canzoni tradizionali israeliane, la cui fonte di ispirazione è intrisa della forma più autentica di musica mediterranea ebraica: le canzoni tradizionali sefardite, o giudeo-spagnole (l'introduzione a Levy, 1959, è un testo chiave a questo riguardo). Infine, negli anni ottanta, il mediterraneismo ricompare nella sua forma più contemporanea e importante in relazione a quel genere di musica popolare israeliana detta musiqa mizrahit (letteralmente "musica orientale"), su questo stile vedi Halper, Seroussi e Kidron, 1989 e 1992; Horowitz, 1994 e 1997; Regev e Seroussi, in corso di pubblicazione, capitoli 9 e 10). Quest'ultimo testo spiega il modello "sovversivo" del mediterraneismo musicale in Israele. Tratteremo ora alcuni aspetti di queste diverse manifestazioni di mediterraneismo musicale.


Avanti | Indice M&A