5. Un modello giudeo-spagnolo per le canzoni tradizionali israeliane

Un altro tipo di mediterraneismo nella musica israeliana, che ha avuto minori ripercussioni nella letteratura rispetto al precedente, è il modello che abbiamo chiamato "orientalista". Secondo questo modello, la nuova canzone popolare israeliana, componente fondamentale dell'impresa culturale sionista (vedi Eliram 1995 e 2000), deve riallacciarsi a una forma autentica di musica ebraica, per esempio alla musica degli ebrei che vivevano da tempo immemorabile in Medio Oriente. Gli esponenti più rappresentativi di questa corrente di autentico Giudaismo furono, come già detto, gli ebrei dello Yemen, il cui impatto sull'artigianato, sul design, sulla gastronomia e sulla musica d'Israele è stato notevole (per quanto riguarda l'insediamento ebraico-yemenita in Palestina degli inizi del ventesimo secolo e il suo rapporto con l'establishment sionista vedi Druyan). In effetti, molti compositori di canzoni israeliane, quali Menashe Ravina (Ravinovitch), Moshe Vilensky, Sara Levy-Tanay e altri, trovarono ispirazione nell'eredità musicale ebraico-yemenita. Inoltre, i compositori ebrei dell'Europa dell'est attivi fra gli anni trenta e gli anni cinquanta furono particolarmente attratti dal "colore" inconfondibile dello stile vocale delle cantanti yemenite, quali Bracha Zefira, Shoshana Damai, Esther Gamlielit e Hana Aharoni, e scrissero lavori espressamente per loro.

Tuttavia, negli ultimi cinque secoli vi furono altri ebrei che fusero nel loro retaggio culturale elementi occidentali e orientali, e costituirono pertanto un modello adatto all'israelianità. Questi ebrei erano sefarditi, ossia ebrei cacciati dalla Spagna e dal Portogallo alla fine del quindicesimo secolo, che si stabilirono lungo le rive del Mare Mediterraneo.

L'esponente principale di questo secondo stile di mediterraneismo musicale fu Isaac Levy, cantante sefardita nonché raccoglitore di canti popolari. Nato in Turchia nel 1919, Levy emigrò in Palestina da bambino. Frequentò la Academy of Music di Gerusalemme. Nei primi anni cinquanta, Levy iniziò a interessarsi alle proprie radici culturali e a raccogliere sistematicamente canti popolari giudeo-spagnoli. Alla metà degli anni cinquanta cominciò a occuparsi di una trasmissione radiofonica dedicata al repertorio giudeo-spagnolo presso la radio nazionale israeliana. In questi programmi mandava in onda canzoni popolari giudeo-spagnole che aveva registrato sul campo, e arrangiamenti di queste canzoni che commissionava e talvolta eseguiva personalmente.

Nel 1959, Levy pubblicò il primo dei quattro volumi della sua importante antologia di canti popolari giudeo-spagnoli (vedi Seroussi 1995). Nell'introduzione al primo volume, Levy espose la sua concezione del mediterraneismo nella cultura israeliana. Egli predisse che la cultura israeliana si sarebbe trasformata da cultura rivolta all'Europa a cultura mediterranea. Egli spiegò in termini vaghi questo aggettivo come momento di giunzione fra "l'antica civiltà orientale di Israele e degli albori della cristianità" e la cultura contemporanea occidentale. Gli ebrei sefarditi erano, secondo Levy, i portatori naturali di questo retaggio, poiché essi avevano sempre vissuto lungo le rive del Mediterraneo e non si erano mai staccati dall'aria e dall'atmosfera di questo mare meraviglioso, culla della cosiddetta cultura e civiltà "occidentale" (Levy 1959:VI).

Pertanto il futuro di Israele dovrebbe essere ricondotto a questa sintesi:

il melos del nuovo Israele è cambiato… e sono convinto che a tempo debito la nostra musica nazionale sarà interamente mediterranea. Poiché [in Israele] per l'ebraico è stata adottata la pronuncia sefardita, le melodie giudeo-spagnole saranno alla base della sua musica (ibid.)

La concezione che Levy aveva della "musica nazionale" israeliana andrebbe ricondotta al contesto storico degli anni cinquanta. Questo fu il periodo in cui gli ebrei dell'Europa orientale, tramite il movimento laburista israeliano, dominarono le istituzioni culturali del nuovo stato conformemente all'ideologia laica sionista. Durante la stessa decade, arrivarono in Israele grandi masse di ebrei dai paesi islamici. La politica di assimilazione attuata dal governo pose le basi per l'inizio di un processo di confronto politico, sociale e culturale fra la leadership dello stato e i nuovi immigrati. Riguardo a questa fusione, Levy fu ambivalente. In qualità di musicista educato nella tradizione occidentale, e di impiegato presso la radio di stato, egli era membro dell'establishment. Al tempo stesso, in qualità di orgoglioso ebreo sefardita di origine turche, egli diventò, dall'interno del sistema, un avvocato del mediterraneismo.

Estratto da La serena,
canzone giudeo-spagnola eseguita da Yehoram Gaon, arrangiata da Dov Seltzer. Dall' LP Romantic Ballads from the Great Judeo-Espagnol Heritage, NMC 63379-2, volume 9. (file mp3, 731 kb, 1.31 min)


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